LA BAITA ALPINA, SEDE DEGLI ALPINI DI MORSANO
Uno dei motivi d’orgoglio e di vanto del Gruppo A.N.A. di Morsano di Strada è sicuramente la Baita Alpina. Posta su un terreno a nord del paese, su una delle vie principali, la Baita dà bella mostra di se a tutti coloro che entrano in paese scendendo dalla statale Napoleonica. Si tratta di una costruzione che richiama l’architettura tipica delle case di montagna, esternamente costituita da pannelli di legno e muratura ed internamente arredata seguendo lo stile di un rifugio delle alpi carniche. La Baita si sviluppa su due piani: uno scantinato fornito di una cucina, di un’ampia sala per le riunioni e le cene sociali e, naturalmente, di una sempre ben fornita cantina; al piano terra c’è un salotto fornito di un rustico e tradizionale caminetto. Accanto al salotto, si trova l’ufficio del capogruppo con gli archivi e le pubblicazioni dell’A.N.A. nonché con i gagliardetti e i vari riconoscimenti ricevuti dal Gruppo nei suoi molti anni di vita. Davanti alla Baita si estende un lungo giardino arredato con pini e betulle, abbellito dal monumento all’Alpino e dal pennone con il tricolore. L’odore del legno, lo scoppiettare del fuoco del caminetto e un buon bicchiere di vino sempre disponibile, sono gli ingredienti chiave per far rivivere ad ogni visitatore della Baita l’atmosfera accogliente dei rifugi montani.
La Baita e il suo Giardino |
La Baita vista dalla strada |
Il retro della Baita |
Alla costruzione di una sede così accogliente e conosciuta oltre i confini
regionali, gli Alpini morsanesi sono arrivati dopo molti anni di paziente lavoro,
sacrificio ed intuito. All’inizio, nel 1954, le riunioni degli Alpini si tenevano
nei bar del paese, a volte nell’ENAL (inaugurato nella sede attuale nel 1968).
Tuttavia, l’esigenza di avere una propria sede si fece sentire col passare degli
anni e lentamente prese corpo l’idea di costruirne una. I passi verso la Baita
Alpina furono progressivi e seguirono il fallimento di possibili alternative.
Una di queste, fu l’utilizzo di un vecchio stabile messo a disposizione di un
maresciallo della Guardia di Finanza in pensione che era comproprietario di
un vecchio fabbricato in centro paese. Il maresciallo si rese disponibile a
concedere agli Alpini i locali dello stabile; tuttavia, c’erano tanti altri
comproprietari e non era chiaro come avrebbero gestito lo stabile in futuro.
C’era, infatti, il pericolo che dopo che gli Alpini avessero ristrutturato la
costruzione, dovessero cederla di nuovo agli eredi dei diversi comproprietari;
così l’idea fu abbandonata. Era l’inizio degli anni ottanta; per puro
caso, il capogruppo Valter Vecchiato, all’epoca consigliere comunale, assistette
ad una discussione in consiglio riguardo ad un terreno di proprietà del
comune del quale non era stata definita la destinazione. Il terreno si trovava
a Morsano ed era adibito a discarica a cielo aperto; si trattava di un motivo
di imbarazzo per l’intera comunità in quanto era una discarica proprio
alle porte del paese. Il comune stava quindi ideando dei piani per convertire
l’area ad un uso più decoroso. Il Gruppo A.N.A. di Morsano si offrì
allora di risanare il sito per preparare la futura costruzione di una propria
sede; caso volle che a firmare la concessione del terreno e la concessione edilizia
fosse proprio l’Alpino Valter Vecchiato, divenuto nel frattempo sindaco di Castions
di Strada (dal 1983 all’85) e membro della Commissione Edilizia del comune.
Il Gruppo A.N.A. di Morsano stipulò un contratto con il comune in base
al quale, gli Alpini hanno in uso il terreno per novantanove anni e la concessione
è rinnovabile. Esiste inoltre, una clausola che prevede che in caso di
scioglimento del Gruppo, la sede debba essere utilizzata per fini comunitari.
Il terreno e la sede sono legalmente di proprietà del comune.
Interno del piano terra |
Il caminetto del piano terra |
Nello stesso periodo, le amministrazioni locali dei paesi montani stavano mettendo in vendita i prefabbricati utilizzati per ospitare i terremotati subito dopo il sisma del 1976. Si trattava di belle casette di legno costruite per integrarsi con il territorio montano anche durante l’emergenza post-terremoto. Il comune di Castions di Strada ne comprò due per i suoi scopi sociali (una diventò la sede del Tennis Club di Morsano e l’altra la sede dell’Associazione Softball Castionese); gli Alpini di Morsano, colsero la palla al balzo e si associarono per acquistarne una. Il costo dell’operazione fu di un milione e mezzo di lire.
Così, il 24 novembre del 1983, la baita, che si trovava a Coia di Tarcento, fu smontata e trasportata a Morsano e depositata provvisoriamente dietro villa Mugani, dove, il fine settimana successivo, fu levigata e riverniciata. Il 20 febbraio 1984 iniziarono gli scavi nel terreno appena acquisito, mentre il geometra, l’Alpino Tuan Doriano, si occupò della stesura del progetto. Il terreno era essenzialmente una vasta buca riempita da un groviglio di rifiuti d’ogni natura: dalle lavatrici alle travi di ferro, da bottiglie di vetro ai sacchi di plastica. Il lavoro per il risanamento del suolo si presentava duro ma armati di pazienza e voglia di lavorare insieme e per la comunità, gli Alpini si misero all’opera. Nell’inverno del 1984, i sabati e le domeniche degli Alpini furono dedicati alla bonifica del terreno: i rifiuti più voluminosi furono portati in discariche autorizzate mentre la disomogenea massa di piccoli rifiuti fu coperta di ghiaia. Trovare la ghiaia era un problema, trovarla gratis era un’impresa giudicata impossibile; ancora una volta però la fortuna sorrise alle Penne Nere. In quel periodo, infatti, erano iniziati gli scavi nel letto del vicino fiume Cormor nonché i lavori d’ampliamento del municipio di Castions con l’escavazione di nuove fondamenta. Gli Alpini, chiesero ed ottennero che i camion di ghiaia, fossero dirottati sul terreno di Morsano dove la buca fu gradualmente coperta. Ci vollero una ventina di carichi di ghiaia del Cormor e quasi tutta la terra dello scavo del municipio; in definitiva, la vecchia discarica fu coperta da più di mille metri cubi di terra! La terra superficiale fu poi prelevata sempre dal Cormor.
La sala riunioni del piano interrato |
Il Murale del Piano Interrato |
La sala riunioni del piano interrato |
Per finanziare la costruzione della sede, già da due anni, i laboriosi
Alpini avevano intrapreso un’attività di raccolta della carta e di rottami
ferrosi che poi erano venduti alle ditte dedite al riciclaggio di questi materiali.
Tutto il paese fu coinvolto in quest’attività di raccolta; all’epoca,
infatti, non esistevano ancora i centri per la raccolta differenziata ed i morsanesi
erano ben felici di dare un doppio contributo agli Alpini ed all’ambiente. Così,
in uno scantinato in centro paese i paesani depositavano i giornali vecchi,
i cartoni e la carta, mentre i rottami di ferro erano raccolti su un angolo
del terreno dove poi sorse la sede. Non appena lo scantinato era pieno colmo
di carta ed il mucchio di rottami era diventato di dimensioni considerevoli,
veniva chiamata una ditta specializzata che con due diversi camion raccoglieva
i rottami ferrosi e la carta, pagando per il materiale ricevuto. C’è
da ricordare che i rottami erano preventivamente divisi in preziosi materiali
da riciclo quali rame, ferro ed alluminio. Assieme alle entrate della raccolta
di carta e ferro, gli Alpini del Gruppo si autotassarono e riuscirono a raggiungere
la cifra necessaria per l’acquisto della baita e dei materiali da costruzione.
Una volta coperta l’ormai ex-discarica, iniziarono i lavori. Il progetto iniziale prevedeva la sola costruzione di una piattaforma di cemento sulla quale poi appoggiare la baita di legno. In corso d’opera, visto l’entusiasmo dei partecipanti ai lavori, i piani cambiarono e fu deciso di costruire delle fondamenta più solide. Gli scavi iniziarono, ma, a causa della ghiaia ancora fresca e del cumulo di rottami presente nel sottosuolo, il terreno si dimostrava estremamente sdrucciolevole. La buca originariamente doveva essere di quattro metri ma fu fatta più larga del dovuto perché la terra attorno franava…la pala meccanica estraeva solo nastri di ferro, gabbie per conigli arrugginite, bottiglie e via dicendo! Così, gli Alpini decisero di scavare e di costruire quattro pareti sotterranee per impedire al terreno di franare sulle fondamenta. Una volta costruite le pareti, visto l’ampio spazio che si era così liberato, fu decisa la costruzione di un seminterrato che finì poi con l’articolarsi nelle attuali tre stanze: cucina, cantina e sala. Un’altra modifica in corso d’opera furono le scale che, sono esterne ma in origine avrebbero dovuto essere interne. Va ricordato che la solidarietà del paese verso gli Alpini si dimostrò anche in termini di contributi materiali alla costruzione della sede; tutto il ferro utilizzato nelle armature, fu, infatti, regalato da una locale impresa di costruzioni. La ditta C.I.E.C. di Castions regalò due camion di ghiaia, per fare il cemento ed il signor Sereno Sandri imprestò la betoniera, il camion con la gru, le armature ed altri attrezzi del mestiere.
Il Primo Gagliardetto del Gruppo (1954) |
Il Monumento all'Alpino posto nel giardino della Baita |
In due mesi la struttura di cemento fu conclusa e la posa della parte di legno
avvenne in una sola giornata. Seguirono poi la costruzione del caminetto e l’arredamento,
nonché l’abbellimento delle pareti con i quadri delle Medaglie dei più
illustri Alpini paesani. Il Gruppo di Morsano è orgoglioso di ricordare
come la costruzione della bella sede fu portata a termine senza che fossero
contratti debiti e la spesa, per l’ammontare di 13 milioni dell’epoca, fu interamente
coperta con i fondi ricavati dalle attività di raccolta della carta e
metalli, nonché dalle donazioni dei paesani e degli Alpini stessi. Importante
ricordare che chi lavorò nella costruzione furono Alpini di Morsano,
dal progettista ai muratori, dai carpentieri ai falegnami, dagli idraulici agli
elettricisti, che dedicarono interi fine settimana a costruire una delle più
belle sedi di Gruppo Alpini del Friuli.
All’inaugurazione della sede, il 20 aprile del 1986, ci fu una gran festa che, ancora una volta, coinvolse tutta la comunità morsanese: dagli scolari delle scuole elementari con un concorso per disegni sugli Alpini, ai negozianti che addobbarono le vetrine con dipinti richiamanti le tradizioni della montagna. Tra lo sventolare dei tricolori, un corteo festoso si snodò per le vie di Morsano con in testa l’amata fanfara della JULIA, che concluse l’inaugurazione con un concerto nel giardino della Baita.
La sede degli Alpini è una struttura cui tutti possono accedere ed è messa a piena disposizione della comunità morsanese per ogni evento di natura ricreativa e sociale.
Le foto della Baita sono di Mauro Paviotti